ACROSS THE WILD ALASKA

Un’esplorazione emozionante nel cuore selvaggio e incontaminato dell’Alaska. Tra ghiacciai, radure e una fauna meravigliosa.

“Hey Bear, coming through!!“. Questo era il nostro quotidiano modo di presentarci ai grizzlies del Katmai National Park. Queste meravigliose creature non amano le sorprese e preferiscono conoscere la presenza di estranei nel loro territorio. Così, mentre percorrevamo i sentieri creati proprio dal loro passaggio, in mezzo a erba alta due metri, segnalavamo il nostro disturbo. Ma partiamo dal principio. Finalmente dopo un giorno trascorso in aereo e perso in ore di fuso orario, io e i miei due amici fotografi atterriamo ad Anchorage, pronti per un avventura che non deluderà. Il cielo è grigio e le previsioni non sono rosee.

“Every day has his time“, ci spiega il proprietario dell’idrovolante che ci porterà a Geographic Harbour, una baia di sublime bellezza affacciata sull’oceano Pacifico, informandoci dell’instabilità consueta delle condizioni metereologiche in questa zona. Tuttavia anche le condizioni di pioggia, freddo e vento rendono a volte le foto più suggestive e l’atmosfera più magica. Sarà impossibile per me dimenticare quei 5 giorni trascorsi al Katmai National Park. Difficile trovare un posto nel mondo, per noi gente di grande civiltà ma dalla poca coscienza, dove si possono contare più orsi che uomini (un giorno ne ho contati 19 ed erano tutti intorno alla nostra postazione, a pochissimi metri). Sono vivissimi i ricordi dei Grizzlies che corrono sulla spiaggia, delle loro battaglie, delle loro tecniche di pesca al salmone (tutte diverse: dal tuffo alla rincorsa, dalla zampata allo snorkeling), dei giochi dei cuccioli e delle loro effusioni con la mamma, delle aquile dalla testa bianca, le maestose Bald Eagles, che controllavano dall’alto i movimenti di tutti coloro che abitano la terraferma.

Ci sono stati anche momenti di pura adrenalina (per non dire di paura) quando un orso un po’ troppo curioso si è avvicinato fino a tre metri dalle nostre macchine fotografiche, oppure quando, durante una passeggiata tra i verdi sentieri di Kinak Bay, un orso nascosto da alti cespugli si è alzato su 2 zampe per controllare i nostri spostamenti.
In realtà, seguendo tutte le precauzioni dettate dalla prudenza e dal rispetto nei confronti di questi straordinari animali, i rischi di un attacco erano limitati. Per i Grizzlies eravamo degli estranei presenti sul loro territorio e non delle prede (i salmoni durante l’estate sono molto numerosi in quella zona perché risalgono la corrente dei fiumi per depositare le uova e lasciarsi morire, una volta raggiunto il loro scopo di vita), stranieri da cui proteggersi per la difesa del loro habitat oppure dei cuccioli. Indimenticabili ancora sono stati l’escursione in barca all’interno del Kenai Fjords National Park (qui abbiamo avvistato, tra le tante specie, foche, leoni marini, lontre marine, orche, pulcinella di mare, aquile dalla testa bianca e soprattutto due megattere che ci hanno regalato uno spettacolo mozzafiato: a cinque metri dalla nostra imbarcazione sono improvvisamente salite in superficie per sfamarsi con il krill abbondante in quelle acque).

Ma come dimenticare anche i quattro giorni vissuti su e giù nel Denali National Park ad esplorare i suoi sconfinati paesaggi. Qui alci, caribous, grizzlies, pernici, ground squirrels, ci hanno fatto compagnia quotidianamente ma la sorpresa è arrivata il giorno prima della partenza quando un giovane lupo si è fatto ammirare in tutta la sua bellezza tra le colorate piante del Parco, a pochi metri da noi. Un sogno che si realizza.

Oggi, a casa, davanti al mio pc, riguardo le migliaia di fotografie scattate e sorrido. Ovviamente la voglia di tornare in quei posti dove regna la natura, il silenzio, la bellezza è molto forte perché non solo tutti i fini naturalistici del viaggio sono stati rispettati ma anche perché ci sono tantissime bellezze ancora nascoste che l’Alaska può offrire. Non solo ai fotografi!